Acquedotto del Montano

[Nota: c’è un errore nello schema che verrà corretto quanto prima]

E’ la parte più vecchia dell’impianto, l’inizio della sua costruzione risale a metà degli anni ’50 del secolo scorso. Questo acquedotto serve il centro storico, le sue adiacenze ed alcune lottizzazioni sorte a metà degli anni ’60 quali Campo la noce, Monte Pendola, Poggio dei Pini e Grazioli per un totale di circa 10.000 abitanti. Si trova in prossimità della omonima località (da cui il nome all’acquedotto) che si trova in uno dei punti più alti del nostro comune, dinanzi alle Scuole Medie.

NOTA: nei punti di contatto tra due acquedotti (come ad esempio le lottizzazioni a ridosso di Via Ponte Valle Trave – Strada Vicinale dei Vignali) non si è in grado di stabilire con certezza quale acquedotto serve le utenze …. comprendo questo possa sembrare assurdo, ma vi racconto lo stato dei fatti così come io li ho appresi nei miei 5 anni di Assessore.

Dispone di un serbatoio in struttura mista costruito in parte in muratura ed in parte in cemento armato di circa 200 mc complessivi suddiviso in 3 vasche, (A, B e C nello schema allegato) e di una cisterna in cemento armato di circa 400 mc (completamente inutilizzata sino ai lavori di seguito descritti). Le vasche (A, B e C) sono collegate tra loro da una tubazione che partendo dal fondo delle stesse, consente all’acqua di defluire da una vasca all’altra.

L’alimentazione dei serbatoi è assicurata da 3 pozzi artesiani con capacità differenti:

  • 9 l/s quello denominato n. 1;
  • 25 l/s quello denominato n. 2;
  • 20 l/s quello denominato n. 6.

L’acqua emunta dai 3 suddetti pozzi presenta caratteristiche chimico-fisiche non compatibili con la normativa vigente e quindi non potabile.

L’acqua è poi distribuita alle abitazioni per mezzo di pompe elettromeccaniche alimentate a caduta dal serbatoio (vasche A, B e C nello schema allegato).

Situazione a giugno 2011

Nel giugno del 2011 eseguimmo il primo sopralluogo al campo pozzi in questione di cui, ad essere sincero, non ne avevo mai saputa l’esistenza, anche per questo ritengo utile diffondere queste informazioni.

All’epoca del sopralluogo, l’acqua era emunta da 2 dei 3 pozzi locali e veniva riversata in 2 vasche, la vasca A e la vasca C dello schema sottostante.

Nella vasca A era ed è tutt’ora presente una tubazione proveniente dall’acquedotto del Peschiera-Le Capore (riportato in verde nello schema allegato) che a quell’epoca erogava circa 8 litri/secondo. Tale acqua, una delle migliori acque del Lazio, è priva di Arsenico e consente di miscelare l’acqua emunta dai pozzi locali che – come sopra anticipato – presentano livelli di Arsenico oltre i limiti stabiliti dalla legge (si rimanda alle analisi online sul sito del Comune che dal giugno 2011 sono rese pubbliche in apposita sezione dedicata alle acque).

Al contempo rilevammo l’esistenza di una grande cisterna di stoccaggio (raffigurata in alto a sinistra nello schema allegato; si vedano le foto realizzate in occasione del sopralluogo che ne precedette la sua messa in funzione – LINK) che ci consentì, successivamente ai lavori di seguito riassunti, di assicurare una maggiore disponibilità idrica anche per le zone servite dall’acquedotto del Montano che in estate presentavano criticità, soprattutto di sera.

Criticità da eliminare (giugno 2011)

Lo stato del campo pozzi sopra riassunto presentava quindi diverse criticità, di seguito riassunte:

  • Non potabilità: l’acqua proveniente dall’acquedotto Peschiera-Le Capore non era in quantità sufficiente per miscelare l’acqua emunta dai pozzi locali con la conseguenza che anche le case connesse all’acquedotto del Montano – diversamente da quanto qualcuno voleva far credere alla vigilia della tornata elettorale del 2011 – erano sovente sotto Ordinanza di non potabilità. Ancor più anomala era poi la situazione che si generava nei momenti di maggior consumo quando una parte del paese veniva servito con acqua direttamente emunta dal pozzo e non miscelata (vasca C) ed una parte invece veniva servito con acqua miscelata (vasca A). Questo in quanto le tubazioni che partono dal campo pozzi per portare acqua nelle case dei cittadini sono connesse a due distinte vasche (la vasca A e la vasca C). Di conseguenza mentre la vasca A era alimentata direttamente sia dal pozzo locale sia dall’adduttrice dell’Acea, la vasca C era alimentata direttamente solo dal pozzo locale. L’aumento dei consumi (quindi della quantità di acqua richiesta dalle utenze) non consentiva cioè all’acqua proveniente dalla condotta del Peschiera-Le Capore di miscelarsi con l’acqua del pozzo di alimentazione della vasca C. Ciò motiva e spiega i perché di analisi a volte discordanti tra prelievi eseguiti in punti diversi del paese in cui l’acqua proveniva dallo stesso acquedotto;
  • Scorta insufficiente: una delle 3 vasche (la B) non era attiva in quanto aveva una perdita nel punto di attacco della tubazione di distribuzione. Questo generava una scarsa disponibilità di acqua in particolare modo nei periodi di massima richiesta (estate) con conseguenti momenti di mancanza di acqua a causa dello svuotamento repentino delle 2 vasche (la A e la C).

Interventi eseguiti

Per sanare la situazione sopra descritta, si sono conseguentemente poste in essere le attività di seguito descritte:

  • Aumento portata acqua dell’acquedotto Peschiera-Le Capore: grazie ad un accordo con Acea Ato2 Spa – con la quale si è contestualmente avvita la contrattazione del riconoscimento delle indennità  dovute al nostro comune per lo sfruttamento del bacino idrico (argomento che approfondirò successivamente) – la quantità di acqua che oggi alimenta l’acquedotto del Montano è pari a 14-15 litri/secondo;
  • Riparazione della vasca B: per garantire una maggiore disponibilità di acqua, in particolar modo nei momenti di massima richiesta, ma anche per tornare ad utilizzare una struttura comunale che diversamente giaceva inutilizzata, si è provveduto alla riparazione della vasca B con manodopera interna;
  • Attivazione della cisterna di stoccaggio: per assicurare una maggiore disponibilità di acqua proveniente dall’acquedotto Peschiera-Le Capore e poter quindi disporre di una quantità maggiore in termini di litri/secondo, si sono realizzati i lavori necessari all’attivazione di questa preziosa struttura che risultava ingiustificatamente inutilizzata;
  • Aumento della portata di acqua proveniente dal Peschiera-Le Capore: Come è però garantita la maggiore disponibilità dell’acqua del Peschiera-Le Capore se la “portata” della condotta Acea Ato2 Spa è di fatto costante? Durante la notte l’acqua proveniente dalla condotta Acea viene deviata nella cisterna di stoccaggio (vedi immagine sottostante) grazie ad un sistema di elettrovalvole temporizzate che, nelle ore notturne (quelle generalmente in cui il fabbisogno di acqua diminuisce), riempiono la cisterna. All’alba le elettrovalvole temporizzate deviano nuovamente l’acqua proveniente dal Peschiera-Le Capore nella vasca A mentre le vasche B e C vengono alimentate con acqua proveniente dalla cisterna di stoccaggio (riempita nella notte). In questo modo si è assicurato che le 3 vasche connesse alle tubazioni di distribuzione idrica, contengano sempre acqua emunta dai pozzi locali (che presentano livelli di Arsenico al di sopra dei parametri previsti dalla legge) e acqua proveniente dal Peschiera-Le Capore (che NON contiene Arsenico) operando – quindi – la miscelazione delle due acque riducendo conseguentemente il livello di Arsenico contenuto nell’acqua emunta dai pozzi locali;
  • Rifacimento dei quadri elettrici.

Elementi di criticità e alcuni dei miglioramenti possibili

La condotta dell’Acea Ato2 Spa, è uno degli elementi di criticità in quanto, parlando di dispositivi elettromeccanici, è soggetta ad usura e/o malfunzionamenti. Ne consegue la essenzialità, da parte degli uffici comunali preposti, di assicurare un controllo costante e giornaliero del suo funzionamento. E’ abbastanza semplice capire che qualora la fornitura di acqua proveniente dal Peschiera-Le Capore dovesse interrompersi, l’acqua distribuita nelle case sarebbe solo quella emunta dai pozzi locali che, come più volte ripetuto, presenta livelli di Arsenico al di sopra dei parametri previsti dalla legge.

Una delle attività ipotizzate e non poste in essere, consiste nell’attivare un sistema di telecontrollo anche per i pozzi/serbatoi del Montano. In questo modo, qualora dovesse interrompersi la portata di acqua proveniente dal Peschiera-Le Capore, verrebbe immediatamente informato l’ufficio preposto che potrà quindi intervenire nelle sedi opportune per il ripristino della normalità.